Per una Magistratura autonoma ed indipendente

26 09 2007

Nota dal mondo universitario in merito alla vicenda Mastella Vs. De Magistris 

Sulla questione della richiesta inoltrata al Csm di un “trasferimento cautelare” del dottor De Magistris e del dottor Lombardi da parte del Ministro Mastella, come molti altri cittadini riteniamo di trovarci in presenza di un “colpo di coda” della Casta. Non certo l’ultimo.
Al momento non abbiamo informazioni dettagliate sulla questione, e pertanto ragioniamo nei soli termini di reazione consentiti ad ogni cittadino informato dalla stampa e dalla Tv. Sotto un profilo atecnico, tuttavia, non possiamo non sottolineare come il Ministro ecceda nello ‘zelo’ repressivo, in quanto Egli non si limita ad avviare una procedura volta all’accertamento delle responsabilità disciplinari dei due magistrati, come è nei suoi poteri e nelle sue prerogative, ma si spinge addirittura ad individuare la misura sanzionatoria del trasferimento già in sede di azione cautelare.
Come minimo potrebbe affermarsi che siamo in presenza di una prassi anomala, opaca e inusuale.

D’altra parte, se è vero, come lo stesso Pm di recente ha affermato, che le indagini del dottor De Magistris (e non solo quelle relative a Why Not) sono prossime a produrre atti conclusivi e concludenti, l’indicazione da parte del Ministro Mastella della grave sanzione del trasferimento con gli effetti cautelari – che hanno quindi effetti immediati – costituisce una evidente delegittimazione dell’azione giudiziaria fin qui svolta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro e dal dottor De Magistris.
Ragionando ‘a caldo’, come cittadini, prendiamo atto del fatto che siamo in presenza di una reazione evidentemente sproporzionata – non molto dissimile da quelle tenute dall’ingegner Castelli in occasioni similari – volta a colpire proditoriamente l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura.
Il fatto che vi siano indagini in corso svolte dal dottor De Magistris, che lambiscono lo stesso Ministro Mastella e – per non far finta di dire senza dire – lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, avrebbe reso opportuno una maggiore prudenza da parte Ministro nell’intraprendere iniziative di responsabilità disciplinare così gravi (nei confronti del dottor De Magistris in particolare), tali da bloccare di fatto il regolare corso dell’azione penale intrapresa, che si ricorda essere costituzionalmente obbligata nel suo esercizio (art. 112 Cost.).
Tanto considerato, risulta del tutto ragionevole conservare il dubbio circa la trasparenza e la proporzionalità dell’atto ministeriale intrapreso.
A partire da oggi, le procedure avviate dal Ministro e dal Csm faranno il loro corso istituzionale e come cittadini non potremo che rispettarle. Nelle more, però, non si chieda a nessuno di sospendere il proprio giudizio critico o la riserva del dubbio, assumendo che la questione sia di mero rilievo tecnico e procedurale, perché così non è.
In ogni caso occorre, oggi come ieri, sostenere strenuamente la legittima richiesta di tutti i cittadini che chiedono di avere una Magistratura autonoma e indipendente perché questa (e questa soltanto) è nelle condizioni di assicurare, con il rispetto della legalità, il fondamentale principio della eguaglianza costituzionale dei cittadini davanti alla legge e lo stesso principio della “rule of law” (Stato di diritto).
Rebus sic stantibus, l’azione del Ministro Mastella, allo stato, potrebbe impedire il pieno accertamento dei fatti e delle relative responsabilità lasciando in un’area di opacità, e pertanto di potenziale impunità, aree significative della vita politica ed economica sia della regione che del Paese, con evidente pregiudizio dello stesso principio della presunzione di innocenza.
Per la parte di ‘ceto politico’ e per i ‘colletti bianchi’ coinvolti nelle indagini giudiziarie calabresi, infatti, tutto ciò significherebbe la ‘fuga dal
processo’ e non l’esercizio delle garanzie costituzionali riconosciute alla difesa,
in ogni ordine e grado del procedimento, e dunque all’interno del processo.
Sulla scorta di queste limitate argomentazioni assumiamo del tutto doveroso esprimere la civile indignazione contro l’arroganza dei potenti e contro l’invadenza della Politica sulla Magistratura, in una parola contro l’opacità delle politiche istituzionali su settori cruciali e delicati della vita civile e democratica del Paese.

Silvio Gambino, Walter Nocito,
Anna Falcone, Donatella Loprieno
Facoltà Scienze Politiche dellUnical


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